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« Torna agli articoli di Bernardo Cervellera
Una delle preoccupazioni più acute del governo cinese in vista delle Olimpiadi di agosto non sembra essere più la minaccia di terrorismo da parte di tibetani o uighuri, ma semplicemente la maleducazione. Così, per rendere Pechino «pronta ad accogliere i visitatori stranieri», da mesi l’esecutivo ha lanciato una nuova campagna per «cedere il posto sui mezzi pubblici», esortando i cittadini della capitale ad avere «un comportamento adeguato in nome del patriottismo». Non sventolando bandiere o manifestando in piazza, ma facendo sfoggio di galateo. Di solito, nel mondo cinese, dati i lunghi viaggi cui sono costretti le persone che lavorano in città, un posto sull’autobus o sulla metropolitana è la cosa più agognata e non appena si sale sul mezzo pubblico si corre a sedersi. Anziani e donne incinte difficilmente trovano qualcuno disposto a lasciare il sedile. Da poco tempo, però, si assiste su metro e pullman a scambi di cortesia e inchini per cedersi reciprocamente il posto. Va detto che se qualcuno è renitente, vi sono incaricati che costringono a essere gentili. In previsione delle Olimpiadi, è stata lanciata in tutta la Cina una campagna di 'buona educazione'. Un miliardo e passa di persone devono imparare a limitare (almeno nel periodo dei Giochi) caos e disordine, offrendo un’immagine di grande cortesia ed efficienza, degne di una metropoli internazionale, conforme allo status di una potenza economica mondiale assunta dal Paese. Il 'galateo' per i Giochi comprende il divieto di sputare per terra, di gettare rifiuti in strada, di 'saltare' le file, di imprecare e gridare ad alta voce e, da poco, impone anche di far sedere donne e anziani sui mezzi pubblici. Chi pratica il mondo cinese da tempo può capire quanto tali regole siano ardue da far rispettare. Così il giorno 22 di ogni mese è dedicato a cedere il posto; il giorno 11 è invece il 'giorno della fila', per insegnare ad attendere in modo ordinato. Grazie alle correzioni e alle multe dei funzionari sparsi nelle città, l’ufficio per il civismo ha stabilito che la frequenza degli sputi è scesa dall’8,4% nel 2005 al 4,9% quest’anno (senza peraltro spiegare il metodo usato per il rilevamento dei dati).
Per migliorare i servizi, la municipalità della capitale ha ordinato il cambio di vetture: tutti i vecchi taxi rossi, quelli più malandati, sono stati sostituiti da spaziose berline, con tassametro in cinese e in inglese e con la voce – un po’ metallica – di una segreteria che augura buon soggiorno a Pechino. Altro problema che si vuole estirpare è quello della puzza sulle auto pubbliche. Molti tassisti provengono dalla periferia e vivono per l’intera giornata nell’abitacolo della vettura: nel veicolo mangiano, dormono, sudano e fumano.
Così, dall’aprile 2007, è stata prevista una multa, con sospensione di due giorni della licenza per i taxi che 'emanano cattivo odore'. I poveri tassisti sono obbligati perfino ad avere la testa lavata e pulita, mentre è vietato chiedere mance. La cultura cinese ha nella sua storia opere gigantesche, come la Muraglia, e opere microscopiche, come certi gioielli di giada lavorata. Anche 'l’opera' delle Olimpiadi risponde allo stesso stile: smisurate costruzioni da una parte; meticolosa attenzione ai particolari dall’altra. Zhang Faqiang, vicepresidente del Comitato olimpico cinese, spiega: «I Giochi non sono solo una competizione sportiva, ma anche [l’occasione per] avere a cuore il miglioramento del civismo nella popolazione». L’unica cosa a cui i Giochi non devono educare è il miglioramento per i diritti umani e per il rispetto della persona nella sua libertà. Un operaio che domandava «prima i diritti umani e poi le Olimpiadi» è stato 'gentilmente' arrestato e condannato a 5 anni.
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